Ho iniziato a vedere questa serie perché con un figlio adolescente un po’ di ansia sul suo futuro ti viene.
Quando è uscita la prima stagione qualche ragazza in classe con mio figlio ha iniziato a raccontarne la trama con dovizia di particolari. I ragazzi erano ancora alla scuola media. I genitori si mostravano ‘ingenui’ e la scuola decisamente impreparata a gestire gli argomenti trattati dalla serie tv. Era anche il periodo del panico da gioco Blue whale.
Essendo io notoriamente saccente, distaccata e autonoma nel pensiero (per usare eufemismi) la serie 13 me la sono guardata da sola e ne ho parlato direttamente con il ragazzo.
Le 3 stagioni sono fatte bene, con tratti narrativi più o meno riusciti.
Come adulto rimani spiazzato dall’inconscio collettivo degli attuali adolescenti; come genitore rischi molti capelli bianchi.
Però rimani sul pezzo, come si suol dire, perché scopri un mondo diverso da quello della nostra adolescenza e questi giovani oggi sembrano tanto più fragili di noi.
L’ambientazione è americana, distante dalla nostra quotidianità italiana, ma sappiamo che noi copiamo tutto e quel modo di pensare sta già arrivando qui.
Gli spunti di riflessione sono tanti: educazione, famiglia, valori, giustizia. Emancipazione, indipendenza. Sesso, omosessualità, droga, violenza e suicidio. Fragilità, dolore, rabbia, vuoto interiore, vendetta. Solidarietà e fratellanza. Su fratellanza si possono scrivere due pagine di ragionamenti, ma mi fermo qui.
Per approfondire, sul web si trovano gli studi della nostra Marina Valcarenghi, psicoterapeuta che lavora in carcere con i detenuti accusati di violenza sessuale.
Argomenti da non sottovalutare.
(04/03/2022 Quarta stagione e finale serie: ti lascia l’amaro in bocca; scelte risolutive meschine e prive di coscienza, adolescenti persi e dissociati dal mondo reale in cui gli adulti non esistono; con questi valori sociali l’Essere Umano è destinato a estinguersi: tutto in american style).
sabrina
(Pubblicato su instagram gurumanontroppo il 27/08/2019)
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