Film del 1986 di Mario Monicelli.
L’ho rivisto in questa lunga e calda notte milanese.
Ho sorriso e mi sono anche emozionata.
Ho ripensato a me bambina, alla campagna cremonese, alla cascina, al paese, alle nonne e le loro amiche, alle zie e alle cugine.
Alle cicale, ai colori della pianura padana durante la canicola estiva.
Ai gnocchi di patate, alle frittelle, alla ciambella e al panbiscotto.
Alle pesche sugose e al mare di granoturco disteso sotto il sole sul grande terrazzo. Ai chicchi neri di riso da separare da quelli bianchi, ai piselli da sgusciare, alle foglie di prezzemolo da separare dai gambi. Al bagno in comune con altre famiglie dove la carta igienica era la rosa gazzetta dello sport. Al fornaio, al droghiere e al negozio del macellaio con le tipiche tende e l’inconfondibile odore all’interno. Alla lunga e faticosa camminata verso il cimitero fuori paese per portare rispetto e preghiera ai parenti defunti.
Un film sulle Donne, un inno al matriarcato che ora non si vede più nella nostra società, ma che è ancora presente in quelle di Noi che lo portano nel cuore e lo lasciano vivere.
Perché le protagoniste del film sono tante e una sola.
Perché la Donna che si risveglia Oggi è bambina, a volte frivola, a volte timorosa, in apparenza accondiscendente e allo stesso tempo ambiziosa, porta nutrimento e sostegno, chiede protezione e mostra la sua forza morale nei momenti importanti.
È figlia, sorella, amica; è madre e zia; è moglie e amante. È gioia e dolore. È Vita e Morte.
E Uomo, quando tu incontri una Donna così, non sempre la riconosci in questo mondo in cui non ci si ferma più ad apprezzare la bellezza di un- istante-rallentato-nel-Tempo.
Una Donna così Te la lasci sfuggire.
E Lei Cammina da Sola, continuando per la sua strada dove incontra le Sorelle che camminano sole come Lei.
E allora, sì, Speriamo che sia femmina.
sabrina
(Pubblicato su instagram gurumanontroppo il 28/06/2019)
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