Come ti raccontavo ieri, più si spengono i colori, più Tu ti spegni e la solitudine interiore è spesso accompagnata dalla rabbia che ti monta dentro quando ti relazioni con l’-Altro-da-te che ovviamente ha sempre qualcosa da dire.
Ti racconto la mia esperienza non per narcisismo ma per ricordarti che quando qualcuno sta male sono spesso le persone più vicine che non comprendono il malessere che si vive.
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In questi mesi, io stessa, ho chiesto scusa ad amiche che avevano avuto problemi di salute o di altro tipo proprio perché non avevo colto il loro vissuto interiore e mi ero lasciata prendere dai pensieri quotidiani, impedendo alla mia empatia e compassione di manifestarsi in modo fluido.
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Esiste poi una sorta di tabù sul dolore e sulla malattia e chi sta male ed è di temperamento riservato tende a ‘non infastidire’ gli altri, arrivando a tenere per sè il proprio turbamento interiore e minimizzando il disagio.
Io in genere in pubblico mostro il mio lato solare, anche un po’ sfrontato, difficilmente mi vedrai in difficoltà, piuttosto non esco.
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Ecco, con ‘il disagio cataratta’ avevo il sorriso ma non sono stata zitta e il mondo del ‘non-si-parla-di-questo’ si è attivato:
1. La cataratta riguarda i vecchi, non dire che cosa ti succede esattamente
2. L’operazione è banale e velocissima
3. Non si sente nulla
4. Non ci sono complicazioni
5. Non fare la vittima solo per attirare l’attenzione
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Oh oh! Calma!
Gente, che diavolo vi prende?
Mi state dicendo che il cittadino italico è notoriamente temerario, coraggioso, che non si lamenta e soprattutto vive l’attesa di un intervento chirurgico con pazienza e umiltà?
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Quindi dal 2020 vivo nella società dei nobili Cavalieri dello Zodiaco e io sono il brutto anatroccolo che dice ‘c@**o, sto perdendo la vista e sono spaventata’ ?
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E allora il mio Marte si è attivato.
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(Foto Pixabay in alto modificata da me)