Parlo di Donne che hanno scelto lavori diversi da quelli tradizionali e possono lavorare anche da casa. Per gli Uomini non so, non ne conosco.
Come funziona
Allora, tu stai scrivendo un articolo per il Blog e sei anche compiaciuta per il lavoro che hai appena fatto, te la racconti un po’ insomma e all’improvviso senti una voce dall’altra stanza: «Emergenza mutande!».
Panico: è domenica. Questa settimana quante lavatrici ho fatto? Ma non erano 3-4? Come diavolo fanno a sparire sempre le mutande? Delle calze poi non voglio proprio sentir parlare.
«Ma la mia maglietta bianca è stirata? Non la trovo»
«I pantaloni blu dove sono?»
«Le magliette nere?»
«Hai pagato la bolletta del gas?»
«E la retta della scuola di musica?» , «Le scarpe da ginnastica nuove… il violino da cambiare…il diario nuovo per l’adolescente (che non è più steineriano)…le fotocopie per i documenti…le fatture per il commercialista… » e la Domanda Primordiale: « Cosa si mangia stasera??? ».
OK questo vale per tutte le donne
Sì, lavoratrici fuori casa e dentro casa. Ci hanno cresciute così. Maledetta società patriarcale.
Ma chi ha detto che una donna deve lavare le mutande di tutta la famiglia?
Sì, fai lo spiritoso con “tanto è la lavatrice che fa tutto”. Dai, dillo tu alla lavatrice: «Ora lavami il nero, fammi il bucato del bianco e quello dei colorati. E mi raccomando il programma giusto. Altrimenti rovini la biancheria. E metti il detersivo e anche l’ammorbidente. Grazie cara, buon lavoro!».
Poi devi stendere. E te lo ricordi sempre prima di andare a letto…
E stirare. Uno dei miei incubi. Insieme alla frittata e al puré di patate.
Ho delle amiche fantastiche che non stirano più: hanno imparato l’Arte dello stendere il bucato alla perfezione. E non c’è bisogno di stirare. Ci mettono un’ora a stendere però. Molto zen.
Devo anche dire che mia nonna Ionne era pure lei zen, saggezza al Femminile di altri tempi: «Sabrina, quando stendi il bucato devi farlo in maniera armonica. Non si buttano le magliette sui fili. E le mutande vanno stese in maniera elegante».
Ancora queste mutande! E secondo te non dovevo stirarle le mutande?
Ridi, ridi. Anche a qualcun’altra lo avranno insegnato. Veniamo tutte dalla stessa storia!
E poi, dai: la cacca del gatto chi la toglie dalla lettiera?
La differenza tra donne che lavorano in casa e fuori
Ahi, ahi. Note dolenti per Tutte. Le nemiche più spietate sono le tue amiche che lavorano fuori casa.
Perché il tuo non è lavoro, tu sei fortunata perché stai a casa. Poi alcune di loro hanno l’aiuto di qualcuno per pulire e cucinare e stirare. Vogliamo parlarne?
Infine parli con mamma, suocera e parenti vari, e da anni esce sempre la stessa domanda: «Perché, tu lavori?», «Non avevo capito, e quando avrai un lavoro vero?»
Sei uno spirito libero, senti il richiamo della della famosa mela, sei creativa, vuoi seguire la crescita dei figli?
Cara, sei fottuta. Si può scrivere? Boh. Comunque lo sei.
Eh, no. Non si sta a casa per seguire l’educazione dei figli, non si fa homeschooling, non li si porta alle mostre, ai concerti, a teatro o al parco con gli amici, non si creano rapporti con le altre mamme, non li si accompagna da una parte all’altra della città per il corso di nuoto, musica o qualsiasi altro sport.
Poi studi Steiner? «Beata te che hai tempo. Io non posso».
E tu invece studi e leggi i libri di notte, perché di giorno non hai avuto un attimo di tempo per respirare.
Se poi hai un marito che ti permette di non lavorare oppure, lavori, ma non guadagni, allora, agli occhi di tutti, diventi la donna peggiore del mondo. E non vali proprio niente. Tu e il tuo caro Herr Doktor Steiner.
COME SOPRAVVIVI?
Se sei una Donna come me, e ne conosco un po’, ti lasci insultare e piegare in apparenza e poi torni a seguire il tuo Intuito. Eh, sì. Sei fatta così e buona pace per chi sti sta intorno.
Vai avanti con le tue idee.
E non ti fermano.
Muori.
E Rinasci.
E ti Trasformi.
Ogni volta.
Allora diventi social e ti seguono, porti avanti le tue battaglie cosmico-spirituali anche in banca e dal panettiere, lavori in posti prestigiosi prettamente maschili e tiri fuori tutta la tua carica erotica.
E intanto che scrivi l’articolo con le cuffie e la musica anni ’70 nelle orecchie, balli con la tastiera e loro ti girano intorno e non capiscono.
E tu ridi e stai bene perché Tu non sopravvivi, ma VIVI.
Sabrina Gurumanontroppo
(Pubblicato il 23/11/2018 su sito Il velo di Maya)
Consigli musicali:
The Beatles “All you need is love”, “Let it be” (anche senza l’aiuto di “madre maria”)
Jack Johnson “The Sharing Song”
Goran Bregovic “Ederlezi”
Cecilia Bartoli “Son qual Nave”
Mina “Oggi sono io”.